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Sacrifici umani

Con la conquista di Cortès nel 1519 si scoprì che la civiltà azteca praticava cannibalismo e sacrifici umani. I frati e i conquistadores scrissero nei propri diari di viaggio le vicende raccontate dagli stessi indigeni delle pratiche di questi rituali violenti. Le stime del numero delle vittime messe a morte e mangiate annualmente si aggirano tra un minimo di 15.000 e un massimo di 250.000; questa incertezza sul numero dei tributi umani è solo una delle prove del mistero che ancora oggi aleggia sopra questo aspetto della civiltà azteca. Ciò che è certo è che la pratica di questi rituali era diffusa nella stragrande maggioranza delle  civiltà pre-colombiane.

 

solitamente i sacrifici servivano a placare il Dio del Sole e, davanti alle statue di pietra delle principali divinità, quattro sacerdoti  afferravano saldamente la vittima, ciascuno tenendola per un arto, e la adagiavano su una pietra bassa e spianata. Un quinto sacerdote, allora, gli apriva la cassa toracica, strappandone via il cuore ancora pulsante, e lo comprimeva contro una statua, mentre gli inservienti facevano lentamente scivolare il corpo della vittima giù per la scalinata della piramide. Quando questo arrivava ai piedi della stessa, altri inservienti ne staccavano il capo e consegnavano il resto al seguito del ‘proprietario’, cioè del capitano o dell’aristocratico i cui soldati avevano catturato il defunto. Il giorno seguente, il corpo veniva tagliato a pezzi e gli arti cucinati e mangiati nel corso di un banchetto a cui partecipavano il 'proprietario' e i suoi ospiti.

Il tronco e il cuore venivano gettati agli animali dello zoo reale, mentre la testa veniva conficcata su una lancia di legno e disposta in bella mostra su una ‘rastrelliera dei teschi’ assieme alle teste delle precedenti vittime. La più ampia di tali rastrelliere era collocata nella piazza principale di Tenochtitlàn, e poteva contenere fino a 60.000 teschi.

La maggior parte dei malcapitati erano nemici catturati in battaglia, ma anche schiavi, prigionieri di sesso femminile, bambini e neonati delle famiglie del popolo. I sacrifici rituali venivano effettuati di giorno, in piazze monumentali e templi, alla presenza di folle straboccanti. Le vittime venivano portate in cima alle scale delle piramidi che sorgevano nel centro della capitale Tenochtitlàn, esempio che aiuta a comprendere quanto questa pratica appartenesse alla quotidianità della popolazione azteca.

 I sacrifici umani erano ritualizzati e avevano lo scopo di commemorare gli avvenimenti più importanti sul piano storico, quali vittorie militari o costruzioni e ampliamenti di piramidi e templi. In occasione dell’ultima riconsacrazione della piramide di Tenochtitlàn, avvenuta nel 1487, si calcola che nel corso di quattro giorni e quattro notti siano stati sacrificati dai 15.000 ai 70.000 prigionieri.

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